Uno dei principi guida nella definizione di un’attività di agricoltura sociale capace di rispondere in modo efficace alle nuove istanze di beni e servizi sociali espresse dai cittadini è la cooperazione e il dialogo non solo con le altre aziende del sistema ma anche con i diversi attori territoriali. È provato che agire insieme è fondamentale, ciascuno, pur mantenendo le proprie specificità, può contribuire a vario titolo all’ideazione, concretizzazione e sviluppo di soluzioni condivise che separatamente non potrebbero essere realizzate. Di conseguenza, le imprese sono chiamate a lavorare sulla costruzione e il rafforzamento delle reti di relazione che coinvolgono istituzioni, imprese del territorio, terzo settore, mondo della scuola, famiglie.

La collaborazione tra i diversi soggetti può dare vita a una co-produzione di servizi, ovvero, un processo in cui le risorse, anche di diversa natura, rese disponibili da tutti gli attori coinvolti, consentono di creare una sinergia che genera nuovi beni o servizi. Ciascuno stakeholder può offrire le proprie risorse a vario titolo e con la possibilità di ricevere benefici diversi, ad esempio:

  • le istituzioni, riconoscendo il valore delle iniziative in termini di benessere per la società, possono scegliere di mettere a disposizione le risorse economiche necessarie per una copertura totale o parziale dell’attività. Inoltre, queste iniziative possono favorire una maggiore efficienza nell’allocazione di risorse sempre scarse;
  • le imprese agricole possono offrire le risorse fisiche e il patrimonio conoscitivo per finalità sociali e avere un beneficio in termini sia strettamente economici con il riconoscimento di una compensazione anche parziale per i costi sostenuti, sia di crescita reputazionale nella comunità di appartenenza;
  • il terzo settore (enti senza scopo di lucro che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale) può catalizzare quest’apertura delle imprese verso le proprie finalità. Mettendo a disposizione le proprie capacità ed esperienze possono candidarsi a gestire le competenze e risorse messe a disposizione dalle imprese. Ciò consente di sollevare le imprese dall’onere di dover imparare a muoversi in un ambito diverso da quello agricolo e favorisce la collaborazione tra i diversi soggetti;
  • il mondo della scuola partecipando a queste iniziative può accrescere il suo radicamento sul territorio e contribuire a una crescita culturale diffusa. Non va dimenticato che le scuole sono un punto di riferimento per gli studenti, le loro famiglie e più in generale di tutta la comunità territoriale, pertanto il loro coinvolgimento può consentire di raggiungere più facilmente la società e certificare la validità delle attività proposte.

Queste co-produzioni devono in qualche modo trovare una “formalizzazione”, per cui a livello operativo sono auspicabili protocolli di intesa, accordi, convenzioni e devono essere supportate dalle istituzioni attraverso nuovi indirizzi nelle politiche sociali, sanitarie e anche agricole.

Le attività di agricoltura sociale, che nascono con questo approccio multistakeholder, possono connotarsi come un’innovazione sociale, in quanto, offrono percorsi innovativi di costruzione di servizi nuovi capaci di incontrare bisogni sociale attraverso l’interazione attiva e continuativa tra persone, stakeholder, strumenti e risorse territoriali. Questa prerogativa dell’agricoltura sociale giustifica il valore che può assumere nella definizione delle strategie per migliorare il benessere individuale e collettivo e la sua sostenibilità.

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